Mostra 1994

Decimo anniversario

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La mostra antologica

di Michele Agnoletto

al Circolo Artistico Bergamasco

 

 

Il pittore e scultore concittadino  Michele Agnoletto è stato

ricordato, in occasione del decimo anniversario della morte, con una mostra antologica presso il Circolo Artistico Bergamasco.

Nato a Bassano de Grappa nel 1912, in gioventù Michele Agnoletto studiò dapprima presso il Liceo Artistico di Torino e poi a Milano, all’ Accademia di Belle Arti di Brera, sotto la guida di Aldo Carpi.

Si trasferì in seguito a Bergamo e qui venne a mancare nel 1984. Le opere che sono state esposte, dipinti e sculture, denotano in Michele Agnoletto una accurata preparazione accademica: ad essa egli è sempre rimasto profondamente legato con un figurativo chiaro anche se non mancano nelle sue opere espressioni neo-figurative man mano maturate attraverso una assidua applicazione.

Nell’artista si evidenzia specialmente il desiderio di aderire alla realtà per plasmarla, cercando di cogliere da ogni soggetto, dalle figure (i cavalli in particolare) e dal paesaggio ciò che meglio la esalta sul piano poetico e artistico. Michele Agnoletto era un vero artista. Il suo animo, sempre aperto alla serenità e all’ottimismo, gli permetteva di “guardare” al mondo esterno con sensibilità agli aspetti poetici. E rendeva il tutto “smaterializzato” grazie alla sua vigoria interpretativa. L’esame delle opere di Michele Agnoletto porta l’osservatore ad ammirare atmosfere di luce e di serenità, in un contesto semplice e sul piano sia stilistico sia descrittivo.  Dipinti e sculture diventano pertanto un vero “messaggio”  di pace nella contemplazione di una natura incontaminata e “pura” nel senso più genuino della parola. Nulla in queste opere di Michele Agnoletto appare in contrasto con una visione dell’arte intesa come espressione di sentimenti  e di ideali di bontà e di nobiltà. Questo “messaggio” è ancor più evidente nelle opere a carattere sacro. Michele Agnoletto amava tale tematica e su questa si soffermava con scrupolo e con impegno, cercando di trasfondervi quel sentimento devozionale che l’arte sacra può e deve trasmettere.

Per certi versi questi aspetti si possono riscontrare anche nei dipinti e nelle sculture con tematica profana.

Michele Agnoletto agiva in conformità alle sue profonde convinzioni di credente; in ogni soggetto da lui trattato riusciva a “vedere” qualche cosa di altamente spirituale, che lo “elevava” nell’animo.

Superfluo soffermarci sull’esame dell’esecuzione tecnica delle singole opere di Michele Agnoletto, considerata la perfezione del disegno, l’armonia delle forma per la scultura e la preziosità dei cromatismi.

La mostra si è conclusa il 17 novembre ed ha destato il più vivo interesse.

 

Lino Lazzari

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