Cronobiografia

La vita di insegnante

e di educatore

Cronobiografia

 

1912 Michele Agnoletto nasce a Bassano del Grappa (VI) il 3 marzo, da  Luigi e da Camilla Giolo,

1920/30 Trascorre lunghi periodi di vacanza presso le zie a Venezia, città che conosce molto bene, che lo entusiasma e avrà tanto rilievo nella sua produzione artistica.

1928 A Torino, dove abita con la famiglia, frequenta il Liceo Artistico presso l'Accademia Albertina.

1931 La sua famiglia si trasferisce a Milano a seguito del padre, che si deve spostare per ragioni di lavoro.

1934 Si diploma al termine degli studi  compiuti alla Scuola Professionale d'Arte Cristiana che ha sede in via della Signora. Studia  l'affresco alla Scuola  Superiore del Castello Sforzesco. Quest'anno apre uno studio a Milano  in via Pietro Moscati, dove svolge l’attività di “Decorazioni artistiche compresa l’arte sacra”.

1935 Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera, diretta da Aldo Carpi.

1936 Dei lavori eseguiti nello studio fa parte il manifesto realizzato per il XIV Gran Premio di Monza e riprodotto sul numero unico pubblicato per l’occasione.

1937 Ottiene il diploma di maturità artistica al Liceo Artistico dell’Accademia di Brera. Svolge il servizio militare di leva come allievo ufficiale.

1939 All’Accademia di Brera consegue il diploma di licenza per il corso di pittura. Inizia l’insegnamento del disegno all’Avviamento Agrario di Baggio (MI)

1940 E’ richiamato per la guerra.

1941 Si sposa il 27 marzo con Piera Fessina,

anch’essa insegnante all’Avviamento Agrario di Baggio.

1942 Nel mese di giugno prende parte alla Mostra degli artisti italiani in armi, che si tiene a Roma, dove espone tre dipinti. Nasce in marzo il primo figlio, Mario. Al termine dell’anno viene congedato per ragioni di salute.

1943 Per sottrarsi ai pericoli della guerra, con la moglie e il piccolo figlio Mario sfolla da Milano a San Pellegrino.

1945 Si trasferisce a Bergamo. Nel settembre dello stesso anno egli presenta la sua prima esposizione personale alla “Galleria Tamanza”, a Bergamo in via XX Settembre, 13.

1946 Riprende l’insegnamento del Disegno al Liceo Scientifico “F. Lussana” e alla Scuola Media.

In gennaio nasce il secondo figlio Tito. Partecipa alla Prima Mostra Nazionale d’Arte Sacra, allestita presso la Scuola “Tre Passi” di Bergamo ed alla Mostra Nazionale d’Arte Sacra promossa dall’Angelicum di Milano.

1952 Presenta una mostra personale alla Scuola Media “G. Donati Petteni”, in via Borfuro, 11.

1954 In aprile nasce il terzo figlio Lucio.

1961 - 1966 E’ docente di prospettiva e storia dell’architettura nei corsi serali di decorazione e di costruzione alla Scuola d’Arte applicata “Andrea Fantoni” di Bergamo. Nell’orario diurno insegna all’Istituto Tecnico per Geometri e all’Istituto Industriale.

1968 Espone alla Galleria “La Garitta” del Circolo Artistico Bergamasco, in via Tasso, 4. Lo stesso anno a Firenze espone alla Mostra degli Insegnanti Artisti.

1969 Presenta una selezione di suoi dipinti alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, in via Palestro.

Prende parte alla “Mostra dell’Autoritratto” promossa dal Circolo Artistico Bergamasco alla Galleria “La Garitta”in via T. Tasso, 4 . Quest’anno riprende i contatti con i suoi vecchi compagni d’accademia iscrivendosi alla “Associazione diplomati di Brera”.

1971 Con sue opere è presente alla collettiva presso il Palazzo del Turismo di Milano. Lo stesso anno prende parte alla Mostra Internazionale “Michelangelo d’Oro” allestita al Palazzo Ducale di Massa. Espone alla mostra Nazionale d’arte sacra di Piacenza.

1972 Presenta sue opere ad una collettiva dei diplomati di Brera. Vince una targa al 1° Concorso di pittura e scultura di Albino.

1974 Partecipa ad un’altra edizione della collettiva allestita al Palazzo del Turismo di Milano.

1977 E’ presente alla Nona Rassegna Nazionale di pittura promossa dal Comune di Milano, dove ottiene il diploma di merito. Sempre a Milano consegue il diploma di merito al Premio S. Ambroeus.

1978 Presenta una mostra personale alla Galleria “La Simonetta” di Bergamo. E’ nominato “Accademico” dall’Accademia Italia di Salsomaggiore Terme. Si trasferisce con la famiglia a Caprino Bergamasco. L’abitazione e lo studio si trovano in via Lo-catelli, 2/5.

1979 A Lecco partecipa al Gran Premio “La Tavolozza” dove ottiene il primo premio, consistente nella targa della Banca Popolare di Lecco. Prende parte alla 1ª Mostra Permanente della Pinacoteca Internazionale organizzata dall’Accademia Italia di Salsomaggiore Terme. Espone opere alla collettiva organizzata dalla Galleria “La Simonetta” e al Concorso del Miniquadro di Caravaggio. Quest’anno Agnoletto partecipa ad un’ esposizione collettiva alla Galleria “Tasso” di Bergamo e presenta una personale alla galleria “La Tavolozza” di Lecco. Conclude il Crocifisso per la Chiesa di San Gregorio Barbarigo al quartiere Monterosso di Bergamo. Nel mese di aprile il Comune di Bergamo, in considerazione del lungo periodo di insegnamento, gli assegna il diploma di benemerenza con medaglia d’argento.

1980 Partecipa alla mostra benefica per i terremotati del Sud organizzata dalla Galleria “Grafica e Arte Bergamo”. Al concorso indetto dall’Accademia Italia di Salsomaggiore Terme gli viene attribuita una targa con medaglia aurea. L’Accademia Tiberina di Roma lo nomina “Accademico”.

1981 Il pittore, presenta due personali: una alla Galleria “Grafica e Arte Bergamo”, in via S. Orsola, 31, ed una alla Galleria “La Tavolozza” di Lecco in piaz-za XX Settembre, 59. Espone inoltre sue opere alla Galleria “La Garitta” del Circolo Artistico Bergamasco ed al Castello di Montalbo di Ziano, in provincia di Piacenza.

1982 Ottiene una coppa al “1° Gran Trofeo Contea di Carenno” alla rassegna d’arte programmata dalla

Galleria “La Tavolozza” di Lecco. Prende parte ad una collettiva allestita nei locali della Galleria “La Garitta” del Circolo Artistico Bergamasco, in via T. Tasso, 4.

1983 Vince il “2° Trofeo nazionale “Città di Lecco”. Riceve il Diploma di merito della Biennale Internazionale della Critica di Bologna promossa dalla direzione nazionale di “Ventesimo Secolo”.

1984 Il 16 giugno il pittore muore a Bergamo. L’Accademia Italia di Salsomaggiore Terme lo ricorda con una pubblicazione curata da Marina Neri.

1994 La sede del Circolo Artistico Bergamasco di via Pignolo ospita una significativa esposizione antologica postuma, con catalogo a cura di Don Lino Lazzari.

2005 La sede dell’Ateneo di Bergamo Alta ospita la

mostra antologica nel ventennale della scomparsa

dell’artista.

2012 Mostra commemorativa nella Sala Manzù di Bergamo in occasione del centenario della nascita

2017 Artisti Italiani in Armi - La collezione ritrovata, Roma, Stadio di Domiziano.

 

Michele Agnoletto

 

Mi sia consentito di proporlo così, con il semplice nome e cognome, poiché, volendo indicarlo compiutamente, avrei dovuto anteporvi titoli come pittore, scultore, grafico, illustratore, professore. Ma su tutti dovrei rammentare le qualità umane dell’educatore e dell’amico. Michele Agnoletto - padre e sposo amorosissimo – aveva il culto dell’amicizia, della riconoscenza, dell’estrema cordialità con tutti ed in ogni occasione. Chi ha avuto il privilegio di goderne l’intimità e che, oggi, dopo la sua scomparsa, non può non ripetere a se stesso quella frase così bene espressa da Dickens in uno dei suoi più famosi romanzi (“… solo quando la persona più cara ci lascia, allora ci coglie quel rincrescimento e quella nostalgia totali di non averne potuto apprezzare più profondamente e a lungo i suoi doni …”), lo ricorda non solo in tutta la sua così compiuta personalità di artista e di professore, ma in quella somma di finezze d’animo che si manifestavano in una ricchezza di rapporti umani assolutamente straordinari. Nato a Bassano del Grappa nel 1912, aveva completato gli studi al liceo Artistico di Torino e all’Accademia di Brera di Milano conseguendo il diploma nel 1939. Le vicende belliche, naturalmente, lo coinvolgono e ne turbano la carriera, peraltro già potutasi affermare nel ’42 alla Mostra degli Artisti italiani in armi. Nel ’45 giunge a Bergamo, che da quel momento sarà la sua prediletta città d’adozione e, subito, si presenta ai suoi nuovi concittadini con una “personale” per la quale artisti come Ermenegildo Agazzi e Pietro Servalli pronunziano giudizi più che lusinghieri.

Anche la sua salute, che aveva destato gravi preoccupazioni, è largamente favorita dal clima bergamasco. Partecipa alla mostra nazionale d’Arte Sacra ed a quella dell’”Angelicum” di Milano nei primi anni del dopoguerra. Ma i tempi – difficili per lui come per tutti – lo costringono a riprendere l’insegnamento: Michele Agnoletto rientra nella scuola con gioia, quasi come nell’attività altrettanto congeniale a quella della creazione artistica. In un lavoro indefesso per il quale, talvolta, ha al proprio fianco l’amico fraterno e collega prof. Luigi Plebani Madasco, Michele Agnoletto dipinge, scolpisce, accetta di essere illustratore di libri di testo di larghissima diffusione. Dal ’42 all’81, le sue personali e collettive si contano a decine: Roma, Bergamo. Milano, Firenze, Carrara, Piacenza, Albino, Salsomaggiore Terme, Lecco, Caravaggio. Ma Agnoletto non lavora solamente su ordinazione: dipinge e scolpisce, infaticabilmente, per sé. Ed ormai la scuola lo occupa per la maggior parte del suo tempo, perché l’azione educativa gli era divenuta congeniale come nessun’altra. Chi scrive e che lo ebbe per oltre un decennio preziosissimo docente di educazione artistica nella propria scuola, ricorda un particolare oltremodo significativo: il registro cosiddetto “di classe” non gli bastava, per gli allievi. A fianco ne teneva aggiornatissimo, uno altamente personalizzato, a fogli intercambiabili, sui quali c’era veramente “tutto”, per ognuno degli allievi affidatigli, ciò che gli consentiva, in sede di scrutinio, di pronunciare i giudizi più illu-minati ed avveduti.

Caro, gentilissimo, impagabile amico e collega, sempre disponibile al dialogo anche quando questo rischiava di scivolare nella polemica e nei contrasti degli anni “difficili” ! Rimane di lui il ricordo luminoso d’una esistenza integerrima familiare ed artistica, di una personalità di educatore e d’amico difficilmente sostituibile, forse eguagliata da pochissimi, certo non mai superata.

 

 Marcello Ballini

 

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